Il sito Risparmiamo.net mette a disposizione guide utili su come risparmiare.
Cerchiamo di capire meglio in cosa consiste il risparmio e per quale motivo è importante.
l risparmio è l’atto con il quale un individuo decide di privarsi dal consumare l’intero reddito, al fine di accumularlo per il futuro. Si tratta, quindi, di un’astensione dal consumo e deriva, in effetti, dalla differenza tra il reddito percepito e quello consumato.
Non a caso si dice anche che consumi e risparmio siano complementari, ovvero che quando sale l’uno, diminuisce l’altro. Il risparmio è fondamentale per il singolo individuo e per l’intera economia. Il primo potrà così ottenere un flusso di reddito accantonato per il futuro, da utilizzare per i momenti di bisogno e/o per effettuare acquisti di più grossa portata, come quello di un immobile, un terreno, un auto, per finanziare gli studi, etc. Ma la funzione del risparmio è notevolmente importante anche per l’intera economia, perché esso serve a sostenere gli investimenti.
Se le famiglie sono considerate in economia soggetti economici che complessivamente prese tendono a consumare meno di quanto guadagnano, accantonando risorse, le imprese sono tipicamente le unità economiche in deficit. Attenzione, ciò non significa che queste tendano a chiudere i bilanci in rosso, cosa che le porterebbe quasi immediatamente a chiudere battenti, perché che abbiano bisogno di liquidità per effettuare gli investimenti, che generalmente attingono ricorrendo al mercato dei prestiti, non potendo sottrarre risorse all’ordinaria gestione.
I prestiti erogati dalle banche alle imprese arrivano proprio dai risparmi delle famiglie. Dunque, se non vi fosse il risparmio, non ci sarebbe nemmeno l’investimento, quindi, nemmeno la crescita delle imprese e dell’economia, che negli anni arretrerebbe per l’impossibilità anche solo di rinnovare gli impianti obsolescenti.
Da qui possiamo comprendere l’importanza del risparmio in un’economia, anche se globalizzata. Nell’esempio appena esposto, infatti, l’assenza di risparmio in un paese potrebbe essere superata attingendo ai capitali esteri. Tuttavia, un’economia dipendente dall’estero per finanziare i propri investimenti si espone agli umori degli investitori e a fattori di rischio che spesso sfuggono al proprio controllo.
Vediamo cosa determina la presenza o l’assenza e la quantità di risparmio in un’economia. Certamente, il risparmio cresce in funzione del reddito. Se questo è basso, altrettanto lo sarà il risparmio, anche se da un punto di vista macroeconomico si hanno situazioni ben più complesse. Esempio, il reddito complessivo di un paese potrebbe essere basso, ma se esso è concentrato nelle mani di pochi, questi potrebbero averne a sufficienza per consumare e allo stesso tempo risparmiarne una parte. Viceversa, se fosse distribuito più o meno in maniera egualitaria, magari tutti avrebbero a disposizione un reddito appena sufficiente a sopravvivere, ma nessuno potrebbe risparmiare. Dunque, spesso il risparmio si ha in società meno egualitarie, specie negli stadi iniziali dello sviluppo.
Oltre al livello del reddito, a determinare la quantità di risparmio è il tasso d’interesse. Esso rappresenta la remunerazione che il risparmiatore ottiene per il sacrificio compiuto, dato che si è dovuto astenere dal consumare beni e servizi. Come sappiamo, per chi prende a prestito il denaro, invece, l’interesse rappresenta un costo.
Più alto sarà il tasso d’interesse, più le famiglie saranno propense a risparmiare, quindi, a consumare di meno. Al contempo, però, minori saranno le imprese disposte ad investire. Dunque, il tasso d’interesse regola la domanda e l’offerta di liquidità in un’economia. Se troppo basso, come in questa fase, vengono incentivati i consumi attuali, a discapito di quelli futuri, a causa del basso grado di risparmio. Se troppo alto, al contrario, si spinge sul risparmio, ma si comprimono i consumi. Risulta essere necessario un equilibrio, che renda compatibile il tasso di risparmio con quello degli investimenti, creando armonia tra consumi attuali e quelli futuri.
Il risparmio è tutelato anche dalla Costituzione italiana, all’art.47, così come da leggi ordinarie, non solo in favore del risparmiatore, ma data la sua importanza rivestita sul piano sociale e finanziario. Senza risparmio, infatti, non ci sarebbe nemmeno la liquidità sufficiente per fare funzionare i mercati finanziari, che convogliano le risorse a favore di chi ne ha bisogno anche per un periodo brevissimo.
Il grado di risparmio di un’economia, quindi, ci dice essenzialmente due cose. La prima è se essa stia sovra o sotto consumando o magari presenta una situazione di equilibrio. Nel primo caso, ciò si denota in una bilancia commerciale e delle partite correnti passiva, perché consumando troppo, si acquistano anche molti beni e servizi dall’estero, mandando in rosso il saldo con l’estero. Viceversa, economie consumatrici tendono a possedere saldi attivi, come nel caso della Germania di questi anni.
Secondariamente, l’alto o lo scarso risparmio ci suggeriscono anche il trend dei consumi futuri. Un’economia che risparmia poco tende ad indebitarsi, ovvero a comprimere i suoi consumi negli anni a seguire, mentre una che risparmia abbastanza, tenderebbe ad avere risorse sufficienti per consumare di più in futuro, magari puntando agli acquisti di beni durevoli e di immobili. In sostanza, i sacrifici attuali dovrebbero essere compensati da maggiori soddisfazioni future.