Gli ammorbidenti non servono a lavare un capo, ma a evitare che il calcare si accumuli sulle fibre ingrossandole, dandoci quella sensazione di morbidezza che tanto ci piace. Questi prodotti contengono i cosiddetti tensioattivi cationici, sostanze nocive che, confluendo nelle acque di scolo, danneggiano l’ambiente. Gli ammorbidenti in commercio oggi sono più degradabili rispetto al passato, ma anch’essi continuano a inquinare le acque in modo considerevole. Maggiormente danneggiati dai residui degli ammorbidenti sono i microrganismi che vivono nei ruscelli e nei fiumi, necessari per garantire l’equilibrio dell’ecosistema.
I tensioattivi non degradabili mettono in pericolo anche la salute dei pesci, andandosi a depositare sulle branchie. Molti ammorbidenti inoltre provocano forti irritazioni cutanee, altro che morbidezza da accarezzare! Evitateli a priori sui vestiti dei bambini.
Lo sapevate?
Solo pochi impianti di depurazione sono in grado di rimuovere gli ammorbidenti dall’acqua.
Biodegradabile in questo caso significa solo che le sostanze in questione perdono il loro principio attivo, ma continuano a danneggiare le acque.
L’ammorbidente ricopre i tessuti con una sottile patina. Per questo gli asciugamani lavati con l’ammorbidente assorbono così poco l’umidità.
Consigli
Il cambiamento più semplice, economico ed ecosostenibile è quello di fare a meno dell’ammorbidente. Non ve la sentite, dopo una doccia, di rinunciare a quella sensazione di morbidezza? Provate allora a ridurre le dosi di ammorbidente a ogni lavaggio. Sostituite l’ammorbidente sintetico con corrispondenti ecologici, quali aceto, allumina e acido citrico, il quale, con la sua azione anticalcare, contribuisce ad ammorbidire i capi. Anche la pallina dosatrice, rimbalzando nel cestello insieme al bucato, impedisce che uno strato di calcare si depositi sulle fibre. Per garantire sufficiente campo d’azione alla pallina, la lavatrice non deve essere sovraccarica. Anche i già noce detersivo con i loro oli naturali rendono i capi morbidi e piacevoli al tatto. Una soluzione brillante, che oltretutto vi consentirebbe di prendere due piccioni con una fava, è raccogliere l’acqua piovana con un apposito impianto e impiegarla per ogni lavaggio. La pioggia è gratis, e così facendo il problema della durezza dell’acqua è solo un ricordo. Ovviamente chi è in affitto dovrà prima parlarne con il padrone di casa.
in conclusione
Rinunciando all’ammorbidente, a seconda del tipo e della quantità utilizzati, potrete risparmiare fino a 20 euro all’anno. Aceto, allumina e acido citrico si trovano in tutti i supermercati e costano poco.